Ugo Ojetti (Tantalo), COSE VISTE - Tomo secondo (1928 - 1943), Indice dei nomi di uomini e di luoghi citati, pp.847-874, Firenze, Sansoni, 1951, pp.1-878
Verga, Praga, Rovetta..Il fatto è che nelle maniere, nelle vesti, nella vita stessa
di quei galantuomini mi sembra di vedere il riflesso delle loro teorie d'arte, la
loro oggettività e indifferenza..L'io, io, io, che oggi soddisfatti esponiamo tutti
davanti ai lettori, era invece la loro esclusiva proprietà, gelosamente custodita
da quei tre celibi anche nei momenti di felicità e di dolore. Questo pubblicarci
ignudi che, per ingannare noi stessi, chiamiamo confidenza o confessione,
quasi che proprio il giornale sia un confessionale e la copertina di un libro
una porta chiusa a chiave, li avrebbe disgustati come uno spettacolo di
tetra follia. <Rovetta, p.182>
1928
La principessa Matilde
La rivoluzione in vetrina
Ibsen
Vienna-Venezia
Martini
Violino
Il funerale del Carducci
Un orefice
In manicomio
Provenza romana
In casa del Petrarca
Aigues Mortes
1929
Via Condotti
I burattini di Podrecca
Fursy
Di Giacomo
Cuma
L'Acquario
Sul lago di Nemi
Una giornata veneziana
E' uscito il Papa
Ilia Riepin
Le scienze in mostra
Ritorno al Clitunno
Simoni
Rovetta
1930
Commento alle nozze
Onoranze a Vitelli
Toscanini
Miracoli
Nolhac
Sigari e sigarette
Il campanile di San Marco
Camille Bellaigue
Santa Maria della Spina
Una giornata a Orbetello
1931
A Siracusa
Orsi e Aretusa
Verga
Paderewscki alla Scala
Arti e lettere alla Società delle Nazioni
Per i caduti tedeschi
Fogazzaro
1932
Malta
Scavi a Roma
Prima della storia
Per Goethe a Francoforte
Saluto alla stazione nuova
Due ore a Padova
Il miracolo di Trieste
Jacopozzi
Edoardo Calandra
1933
Il Duca
Littoria
Rose e garofani
Castel Fusano
Cantanti
Cortina nel '14
Lezioni di Balbo
Ragazzi che cantano
Pola
Parenzo
Corcos
Studi di voce
1934
Vecchi
Nella casa di Santa Caterina
Asolo e la Duse
L'Escuriale
Una corrida
1935
Gioielli
Festa a Salisburgo
Ginevra Società delle Nazioni
Ninfe e anguille
1936
Primavera
Per Santa Maria del Fiore
Alcalà Zamora
Tristi amori
Stelle sull'impero
Musica in basilica
Aosta
Con Pirandello
Da Michelangelo
1937
L'arco sulla litoranea
Colori
Battesimo in Cappella Paolina al Quirinale
Violini
Il tesoro
D'Annunzio
Spettri
Unghie dipinte
1938
Seta
Capri
D'Annunzio morto
Roma nuova
La Duse
La Capponcina
Ninfa al teatro
L'acqua
La Messa in carcere
1939
L'incoronazione
Ricordo di Panzini
Memling a Bruges
Venezia, questi giorni
La luna e Agrigento
1940
Con D'Annunzio, due anni dopo
Balbo
La necropoli d'Ostia
1941
Concerto e opera
Musica all'ospedale
Salona
Il palazzo di Diocleziano
Ricordi di Kiev
Traù
1943
Rosmini e il Lago Maggiore
<Rose e garofani>
"San Remo. - Una rosa, caro signore, una rosa sola vorrei creare, che fosse finalmente italiana di fatto e di nome, nata qui, adatta per noi, forte, tenace, di gran colore e odorifera. Insomma, italiana..
E' il professor Mario Calvino, direttore della Stazione sperimentale di floricoltura. M'avevano annunciato che su quella testa da sparviero egli pianta sempre un fez vermiglio, e invece ha un cappello floscio, da tutti. Ma è stata la sola delusione che m'ha data..
Cari uomini, piccoli, sembra, davanti a questo gran mare, ma tesi in una stessa ambizione, che sembra più di poeti che di pratici; e vedono l'Italia come una donna alta e formosa, col capo che tocca le stelle, e vogliono darle una rosa, spendere tutta la vita per darle una rosa che sia degna di lei, soltanto sua. Così fossimo tutti, ciascuno nel proprio giardino.".
<Vecchi>
"Firenze, all'asilo dei vecchi, a San Salvi, dalle Piccole Suore dei Poveri..
Sulla porta del giardino mi viene incontro un vecchino ilare e irrequieto, che è stato a Parigi, che è stato a Milano, e che adesso dipinge le miniature delle suppliche, i titoli dei sonetti d'occasione, le decorazioni dei labari di carta nelle grandi ricorrenze. Strizza un occhio e mi mormora all'orecchio: - Ce la fa una Cosa vista?".
<Asolo e la Duse>
"..Ha voluto essere sepolta nella sua diletta Asolo; e la lastra tombale, a differenza delle scritte vicine volte verso il vialetto e i passanti, ha la scritta volta verso i monti come se la avessero a leggere solo i fantasmi da lassù. I caratteri, è vero, e le borchie del lastrone non sono belli, ma assomigliano ai caratteri dei manifesti che verso il 1880 annunciavano le prime recite di lei e i primi trionfi. Alle date di nascita e di morte hanno dimenticato d'aggiungere i luoghi, Vigevano e Pittsburg, che segnavano chiaramente la linea della sua vita randagia.".
<Battesimo in Cappella Paolina al Quirinale>
"..Intravvediamo centinaia di teste sotto i veli bianchi piegarsi in avanti, curiose, affettuose, materne, a guardare nelle braccia della marchesa di Sant'Albano, sul guanciale di merletti, il bambolo roseo: Vittorio Emanuele. Eccolo nella cappella.
Poco oltre la soglia Monsignor Beccaria gli pone la gran domanda: - Quid petis ab ecclesia Dei? - Quante risposte i Savoia hanno date, fuori della liturgia, a questa domanda, fino al 1870, fino al 1929? Il bimbo sta attento e serio, di quella accigliata attenzione dei pargoli che sotto le palpebre gravi sembrano ancora trattenere qualcosa del mistero di là dalla vita e confrontarla con questa nostra superficiale chiarezza.".
Umorismo di Ojetti
"..La mattina dopo, in mezz'ora, attraverso a una faggeta giovane e chiara, tutta occhi di sole, s'arriva a mille metri e si fa colazione al Rifugio Duchessa d'Aosta. Lassù, par d'essere a un confine non tra due stati ma tra due epoche: quella austroungarica, di quando il rifugio s'intitolava all'arciduchessa Stefania, ed è ancora palese nel padrone della locanda, nel suo italiano scarso e servizievole, nei suoi scopettoni maestosi; e l'epoca italiana, come è provato, nella saletta da pranzo, con le fotografie dei nostri principi, ministri, prefetti, passati da lassù..Mi piace: è un brav'uomo ed è un emblema. Si scorgono infatti, solo a guardargli quel suo tanto pelo, gli effetti delle vicende politiche, come nella piccola scheggia d'un bolide si può studiare l'urto di due astri: tanta guerra, tanti cataclismi, e questo bravuomo, che fino al novembre 1918 doveva portare il mento raso a dividere i suoi due scopettoni imperiali, adesso s'è fatto crescere il pelo anche lì. La storia sul filo d'un rasoio." [Parenzo].
"..Del resto il grido stridulo d'una giornalaia che annuncia il Corriere della Sera appena giunto, scaccia confronti e ricordi. Veramente essa grida in puro veneziano correndo e squadernando i fogli sotto gli occhi del pubblico: - la Ròta bolsevica, - e par che distribuisca un almanacco comunista, la ruota bolscevica, invece del nostro ponderato giornale con le ultime notizie sulla rotta bolscevica." [Il Palazzo di Diocleziano].